I
Tappeti Bidjar arrivano da una piccola cittadina, a vocazione agricola, del Kurdistan Iraniano, chiamata
Bijar o Bidjar che vorrebbe dire
città dei salici, visto che la zona ne è ricca.
Gli abitanti, di origine curda, hanno reso questo luogo famoso nel mondo proprio grazie al
metodo di tessitura dei tappeti.
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La Storia
Sembra che la storia dei tappeti di questa zona risalga ai tempi degli Achemenidi nel quinto secolo a.C.
Alcuni studiosi sostengono anche che il tappeto più vecchio del mondo, trovato in Siberia, risalente sempre al quinto secolo a.C. e ora conservato all'Ermitage, provenisse sempre da questa città.
Caratteristiche
Il modello Bidjar ha una rasatura del vello abbastanza alta, motivo per cui risulta molto pesante, mentre la fitta annodatura e la rigidità del manufatto lo rende particolarmente robusto, tanto che, negli Stati Uniti, viene chiamato anche Iron Rugs, ossia, tappeto di ferro.
In origine per la tessitura, veniva usata solo la lana, di colore rosso e azzurro, ma oggi viene alternata al cotone.
I tessitori, usano un metodo sperimentato per poter battere meglio le trame: utilizzano tessuti bagnati poiché si lavorano meglio e, una volta asciugati, risulteranno più folti.
Per battitura s'intende quell'operazione che viene fatta con pettini di legno o metallo per compattare la trama che viene passata sulle file di nodi.
Anche gli orditi non sono più in lana come in origine, ma in cotone per permettere una maggiore densità di nodi.
Una volta, i tappeti Bidjar , venivano chiamati anche Gerus o Garoos, ma oggi il nome si è andato perdendo e si punta più sul generico Kurdistan o Senneh.
Colori e Motivi
Ogni tessitore, per fare un determinato tipo di tappeto, usa dei nodi specifici e quello utilizzato per i Bidjar è il nodo di tipo ghiordes o turco.
Su telai rudimentali, vengono realizzati tappeti di misure svariate che vanno dallo scendiletto ai tappeti di dimensioni importanti come i Ghali che misurano anche più di 300x200.
L'elemento decorativo più utilizzato, in genere, è il motivo heraty, che in curdo definirebbe il disegno dei pesci, ma si trovano anche con medaglioni centrali o motivi floreali.
Una delle caratteristiche più affascinanti di questo genere di tappeti è l'utilizzo dei colori: in spazi di pochi centimetri quadrati si possono contare anche dieci colori diversi.
Dal rosso ruggine al rosso amaranto, dal blu notte al verde bottiglia, dal turchese al beige, ma fusi sempre con una maestria sobria ed elegante.
L'imperfezione dei bordi, può essere una nota di originalità, poiché i telai artigianali su cui vengono tessuti questi tappeti, non garantiscono grande precisione.
Sembra che i Bidjar o Bijar più fini e raffinati vengano annodati nel villaggio di Halvai.
Una curiosità sta ne fatto che spesso si parla del Maestro Havai, realmente mai esistito poiché questo è il nome di un villaggio, ma anche un po' di leggenda aiuta a comprendere meglio questi capolavori.
La città di Bijar e il suo circondario, oltre che essere famosa per i tappeti, è molto conosciuta per i suoi tintori che riescono a giocare sulle tonalità dei colori estrema abilità.